In Italia sono quasi mille i bambini e adolescenti coinvolti nello sfruttamento sessuale, in attivita’ illegali, mendicita’, lavoro coatto, adozioni irregolari e, si presume, nel traffico di organi. I dati parlano di 54.559 vittime della tratta, solo nel nostro Paese, che hanno ricevuto assistenza e protezione fra il 2000 e il 2007: Nigeria e Romania sono le nazioni principali di provenienza ma flussi piu’ o meno consistenti interessano Moldova, Albania, Ucraina, Russia, Bulgaria. “Numeri rilevanti eppure sottostimati”, ha sottolineato Carlotta Bellini, coordinatrice dell’Area protezione di Save the Children Italia, “molti minori sfruttati rimangono ‘invisibili’, sia per le caratteristiche della tratta – fenomeno criminale e quindi occulto – sia per le mutevoli e sofisticate strategie messe in atto dagli sfruttatori”. Il risultato, ha continuato, “e’ che in tanti restano privi di protezione, aiuto e assistenza”. Bambini e adolescenti di entrambi i sessi, anche di 11-12 anni, spesso provenienti dalla Romania e da altri Paesi dell’Est Europa, dall’Africa (Nigeria, Gabon, Camerun) e dall’Asia (India, Bangladesh).
Le poche informazioni a disposizione evidenziano fenomeni di grave sfruttamento ai danni di adolescenti originari da India, Bangladesh e Africa del Nord e sub-sahariana, impiegati soprattutto nell’allevamento di bestiame e in agricoltura, costretti dai loro sfruttatori, i cosiddetti ‘caporali’, a lavorare tantissime ore per paghe irrisorie, a vivere isolati e nell’impossibilita’ di chiedere aiuto e sfuggire alla loro condizione di semi-schiavitu’. I minori africani raggiungono l’Italia via terra dopo essere approdati in Spagna o, piu’ raramente, via mare sbarcando a Lampedusa e in Sicilia. “In Italia i bambini e adolescenti sfruttati possono contare su buone leggi e sulla rete di programmi in loro sostegno”, ha aggiunto Carlotta Bellini, “che pero’ debbono essere meglio calibrati sulle specifiche esigenze dei minori”. In primo luogo, “bisogna migliorare ed estendere gli interventi di contatto attraverso anche l’impiego di equipe di strada o operatori ‘alla pari’. Inoltre, occorrono “piu’ impegno e risorse” nell’identificazione delle vittime, “che a volte non vengono riconosciute come tali ma considerate dedite ad attivita’ criminali”.
“Infine”, auspichiamo che il governo sviluppi e implementi quanto prima un piano nazionale e che proceda alla ratifica della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla lotta contro la tratta di esseri umani. Nel mondo si stimano 2,7 milioni di vittime della tratta, di cui l’80 per cento e’ costituito da donne e bambini. Un vero e proprio business con un volume di affari, gestito da reti criminali transnazionali, pari a circa 32 miliardi di dollari l’anno e paragonabile a quello del traffico di armi o di stupefacenti.
IN ITALIA MILLE “PICCOLI SCHIAVI”
agosto 23, 2008 di ghiro11
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